Il titolo DEL TESTAMENTO ARMONICO fa riferimento appunto a ció che ci hanno lasciato i compositori e i musicisti del passato recente. Il concetto di eredità interpretata é quello che ha fatto nascere questa composizione dove ho voluto affrontare alcuni degli aspetti essenziali del fare musica, secondo il mio criterio.
La composizione si basa concettualmente su cinquanta “rintocchi” dedicati infatti a due grandissimi maestri della musica classica del secolo ventesimo che mi stanno particolarmente a cuore: Gian Francesco Malipiero (1882-1973) e Bruno Maderna (1920-1973) entrambe importanti a livello internazionale e legati geograficamente alla regione italiana nella quale sono nato. Il titolo del lavoro si riferisce a un desiderio di apprendere ancora dai grandi maestri, scoprendo sempre nuove meraviglie tra le pieghe delle loro opere. E non solo in senso strettamente musicale (modi di assemblare, e trattare i materiali, le tecniche e gli stili, che formano l’aspetto esteriore del loro operato) ma anche e soprattutto cercando suggerimento nel tipo di rapporto tra la loro arte e la situazione storica che le corrispondeva, per capire quel compromesso sempre così difficile per l’artista che vuol essere sincero verso se stesso e verso il tempo in cui vive.
I cinquanta rintocchi rappresentano concettualmente i cinquant’anni che ci separano dal 1973 ad oggi, ma non sono punti di una sequenza temporale biografica riferita ai due compositori. Essi nel loro insieme vogliono scolpire un gesto, un rituale dedicato alla memoria di Malipiero e di Maderna, che é un’occasione di riflessione profonda sullo stato della musica nel nostro tempo. Uno degli obbiettivi del pezzo é infatti anche quello di rimettere in gioco elementi antichissimi ed attuali della musica quali ritmo, melodia e armonia (ma anche testo poetico), associati in modo sempre nuovo alla ricerca timbrica, al rapporto con lo spazio sonoro e con il tempo (inteso come capacità di memoria, e come percezione di movimento) e alla tecnica sempre rinnovata.
Quindi in questa composizione presente, passato e futuro si fondono in un flusso sonoro dove strumenti acustici ed elettronica giocano in unione e in contrappeso. Appaiono e scompaiono paesaggi sonori, più o meno astratti o riconoscibili, elettronici o concreti, sui quali si muovono gli strumenti in contrasto o in ambigua mescolanza.
Il carattere diverso dei due compositori commemorati in questo lavoro sarà interpretato in modo del tutto personale, a tratti per mezzo di un materiale melodico dalle linee allungate (tanto caro ad entrambe anche se in modalità diverse), a tratti con silenzi o per opposto masse sonore piene. Anche se mentalmente associo (non so perché) il flauto a Maderna e il violoncello a Malipiero, nessun riferimento diretto o citazione musicale esplicita o figurativa farà parte di questa operazione che vuole ispirarsi più ai modi, alle idee e alla posizione musicale di due giganti del secolo XX , a distanza di cinquant’anni dalla loro scomparsa.